Chi sei
Nella vita ho dovuto lasciarmi indietro tantissime persone. ho sempre dovuto. Ho sempre sentito come se fossero loro che dovessero e come se sentissero di lasciare me indietro. è ovvio che è una metafora a due sensi,ma forse nella società civile, quella delle realtà terrene,mondane, sono io ed essere rimasto indietro. ho sempre avuto la forza di reinventarmi, scegliere una strada alternativa facendo buon viso a cattivo gioco, e a volte anche pensando di orientarmi, e di trovarmi un pezzo avanti. Le facili scorciatoie non placano mai l’animo, e quando si è accusati di essere impostori l’unica reazione degna e quella di ammetterlo, di fronte a uno specchio.Come puoi non ammettere lo stesso di te?Come puoi considerare soggetto me, quando nel mondo ci sono solo oggetti e tu ne sei uno dal mio punto di vista. Io inganno, il tuo sei, sono io.e non puoi fuggire da te stesso se non ingannandoti. accusando me. Se c’è un gruppo di agenti che si autodefinisce io non sono fra questi, e non posso essere in nessun altro. Dicono questo sia Biologico, oltre che provato attraverso il pardosso logico. EteroDefinito o no, scorro veloce tra qualsiasi altro e come altro vengo notato,in qualche circostanza rispettato, in altra desprezzato.
Chi sei è una domanda a cui ho riflettuto molto.Pensavo le parole fossero incantesimi, e certamente queste erano fra le più potenti. Può essere posta al proprio sé o all’altrui, ricevuta in superficie o dal profondo.Può animare ciò che inesistente.Per visibilia in invisibilia.Una strega lo diceva.